La nostra società ha subito un cambiamento radicale nel corso degli ultimi settant’anni. Stili di vita secolari sono stati abbandonati, ma la gente ne conserva la memoria e ne mantiene vive le vestigia, perché senza sapere da dove veniamo non possiamo affrontare le sfide del futuro. Il sentiero degli Scaloni a Dro e il parco Crozolam è un ottimo ripasso di storia recente inserito in un contesto ambientale affascinante. Andiamo a scoprirlo!
Verso gli Scaloni

Il nostro suggerimento è quello di lasciare la macchina al parcheggio di Ceniga. Si prosegue oltre il ponte detto “romano” per via della sua architettura, ma in realtà risalente al 1719 come testimonia la lapide murata nel ponte. Al di là del fiume si prosegue a piedi verso destra fino alla bella tenuta del Maso Lizzone e si sale a sinistra seguento le indicazioni, inerpicandosi sulla rampa tra olivi, ghiaioni e boschi termofili di leccio e pini. Oltre, comincia l’avventura.
Gli Scaloni dei soldati




Questo ardito percorso è nato per permettere ai soldati dell’esercito austroungarico di approvvigionarsi di legna per le loro molteplici necessità – la data incisa alla base della parete (1909) è lì a testimoniarcelo. Come facevano a portare la legna a valle, lo scopriremo una volta in cima.
Ci imbraghiamo indossando imbragatura e caschetto. C’è un cordino di sicurezza che accompagna la maggior parte della salita (e anche parte della discesa). Per il resto, saranno sufficienti le gambe, possibilmente allenate (gli scalini in pietra sono abbastanza ripidi!). Un’altra raccomandazione: usciti da Ceniga non ci sono fontane. Portatevi un’abbondante riserva di acqua, specie in estate!
Sentiero degli Scaloni… o “delle cavre”



Come dicevamo, la risposta alla nostra domanda – come facevano i soldati a portare la legna a valle…? – arriva una volta in cima. Finite scale e scalini, il sentiero si addentra nel bosco fino a quando non cominciano ad aprirsi radure a picco sul vuoto. In una di queste è ben visibile e ben illustrata da una tabella esplicativa, la prima “cavra”. La parola indica un tipo di teleferica, che veniva utilizzato per trasportare a valle principalmente legna e fieno. Ve ne sono ancora alcune, visibili qua e là sul percorso.
Il bivacco Crozolam, un etnomuseo a cielo aperto
Proseguendo nel bosco, risaliamo per un breve tratto finchè arriviamo in vista del bivacco “Crozolam”, un bellissimo fabbricato ora completamente restaurato dove fermarsi per un momento di pausa. Tutt’intorno, diverse tabelle ci illustrano la vita dei nostri avi a cominciare dagli strumenti di tutti i giorni, per passare al bosco e i suoi alberi, i tipi di legno, un punto di osservazione dei punti interessanti dei dintorni… ce n’è di cose da scoprire qui!
Gli Scaloni continuano… verso il basso
Dopo una sosta ristoratrice cominciamo a scendere e scopriamo che le sorprese non sono ancora finite: alla base delle scale sul sentiero di discesa, scopriamo che sono in realtà più antiche delle precedenti, anche se non c’è una data precisa. Sulla targa affissa all’inizio della scalinata si legge che lo scalpellino che ha fatto il lavoro, tale S+S, è Stefano Sartorelli, morto nel 1894. Quindi questo percorso è anche più antico dell’altro…!

Il ritorno si svolge tra gli olivi della piana di Dro, dolce e fresca grazie alla presenza del fiume Sarca sempre nei pressi. Volendo però, i più intraprendenti posso ascendere anziché salire, ed esplorare altre zone interessanti nelle vicinanze come la Selva di Arco, poche centinaia di metri più in alto, o la bella località di San Giovanni al Monte. Ma questa è un’altra storia.. e ve la racconteremo un’altra volta.
Partenza: parcheggio Ceniga
Segnavia sentieri: sentiero SAT428B – 425
Lunghezza: circa 9 km
Tempo di percorrenza: ca. 4 ore (in totale)
Altitudine: tra 110 e 520 m s.l.m.
Famiglie:👶👶(solo per bambini dai 7-8 anni in poi)
Pet friendly:🐶
Stagione ideale:🌸☀️🍂❄️