
Quartiere tra i più antichi di Trento giace ad anfiteatro sotto l’Alpe del Monte Bondone, accoccolato tra il fiume Adige ed il Doss Trento.
Il borgo di Piedicastello fin dal Medioevo era corpo estraneo della città a causa della sua posizione al di fuori delle mura. Con fine Ottocento e Novecento, due interventi rafforzarono questa “esclusione”; stiamo parlando della fabbrica di cemento, di cui oggi rimangono solo le due altissime ciminiere, e della tangenziale, recentemente ricostruita verso la montagna.
La recente riqualificazione del borgo ha restituito il sapore medioevale di questo borgo. Vi proponiamo una passeggiata alla riscoperta dei suoi luoghi più iconici, fino al culmine del doss Trento, da cui godere di un panorama unico del cuore della città.
Percorso di visita del quartiere di Piedicastello

Punto di partenza del nostro itinerario è il luogo da cui Albrecht Dürer, rinomato acquerellista del Quattrocento, decise di immortalare nei secoli questo angolo di città, fin dal allora tra i più suggestivi. Al tempo, ancora rimanevano visibili alcuni ruderi del castello che anticamente occupava tutta la cima di Doss Trento. Il fiume Adige lambiva l’attuale centro storico, mentre in questa zona scorrevano rivoli secondari.

Attraversiamo il ponte di San Lorenzo, ricostruito dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale, e ci ritroviamo nella bella piazza antistante all’antica chiesa di Sant’Apollinare. Simbolo del quartiere è particolarmente caratteristica con il suo ripido tetto a spiovente, che richiama il tipico gusto nordico. Ci mettiamo al centro della piazza, con alle spalle l’antica fontana; intorno a noi, come un grande arco sono disposte le case colorate del borgo, per tanti secoli abitate da carrettieri, zattieri, barcaioli, pescatori e locandieri. Chiudendo gli occhi, con in sottofondo il chiacchiericcio della fontana, immaginiamo anche il vociare popolano delle giornate di mercato e di festa.
Prima di seguire le indicazioni per il Doss Trento, ci addentriamo nelle viuzze e vicoli di impronta tipicamente medievale; sembra di salire su una macchina del tempo. Proprio da una delle antiche scalinate si accede ad una delle vie di accesso per salire sul Doss Trento. Saliamo!

Doss Trento

Doss Trento spicca dal fondovalle come un grande dente; assieme agli altri due dossi della città (doss di San Rocco e doss Sant’Agata), sembra che sia l’origine del nome di Trento, dal latino “Tridentum”, ovvero città dei 3 denti. Infatti, Trento, di più antiche origini retiche, venne conquistata dai romani nel primo secolo prima di Cristo e venne indicata dall’imperatore romano Claudio come “Tridentum, splendidum municipium”. Si tratta di uno sperone roccioso che raggiunge nel punto più alto i 309 metri di altezza. Il nome originario del Doss Trento è Monte Verruca, nome assegnato probabilmente dai primi coloni romani.

Sul Doss Trento, il mausoleo dedicato all’irredentista Cesare Battisti si staglia ben visibile dalla città. Spesso incuriosisce per la sua forma di tempietto, ma la sua origine è piuttosto recente. Di gusto neoclassico, con le colonne slanciate di marmo bianco, domina il panorama della città solo dal 1935, anno di inaugurazione. Infatti, venne scelto questo colle a memoria della cattura e successiva condanna a morte da parte del tribunale austroungarico di Cesare Battisti.
Ci sono due vie di accesso principali, le cosiddette “tagliate” nella roccia dalle truppe Alpine; incrociano sentieri, terrazze panoramiche e piacevoli improvvise aperture verso il fiume e la città. Sul culmine del dosso, oltre al mausoleo, consigliamo la visita dei resti dell’antica basilica paleocristiana ed il Museo Nazionale Storico degli Alpini.
La basilica è sempre accessibile in quanto sono rimasti visibili solo pochi ruderi che ritrovano vita nelle rappresentazioni sui pannelli. Il Museo Nazionale Storico degli Alpini, invece, è aperto solo due week end al mese. Consigliamo di approfondire giorni ed orari precisi per non perdere una bella occasione di visita.




In breve come arrivare e info
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