Vi sono luoghi pieni di fascino sparsi in tutto il Trentino, ma non tutti sono noti allo stesso modo. Oggi vi vogliamo portare in viaggio con noi nel cuore pulsante della Valsugana, presso Borgo. Poco lontano, silenziosa sentinella dei tramonti, si erge il monte Lefre.



Il monte Lefre e il suo rifugio
Si accede al monte da un lungo sentiero che si dipana dall’abitato di Fracena, superando un dislivello di 850 metri. In alternativa, un comodo accesso asfaltato si diparte dalla S. P. di Bieno e Tesino, poco dopo l’abitato di Bieno, con indicazione “Rifugio Lefre”. E’ questa una struttura molto graziosa e ben armonizzata con l’ambiente agreste in cui si trova. L’ambiente familiare e l’ottima cucina, tipica delle vallate trentine, si concilia perfettamente con la storia dei luoghi, dove per secoli i contadini dei borghi di Ivano e Fracena hanno pazientemente segato l’erba dei prati e menato al pascolo gli armenti. Poco più oltre però, si trovano davanti ai nostri occhi i dolorosi ricordi di una stagione che vide il monte Lefre protagonista della storia dell’Esercito Italiano.
La Prima guerra mondiale vista al monte Lefre
Fino al 1916 il monte Lefre era stato semplicemente un osservatorio della brigata Venezia. In seguito ad alcune importanti battaglie e i conseguenti mutamenti del fronte, il Lefre divenne nel 1917 un punto strategico di controllo con riflettori e gruppi elettogeni, e anche di bombardamento a lunga distanza; prese parte attivamente alla battaglia dell’Ortigara, impedendo all’esercito Austroungarico di utilizzare la Valsugana per il rifornimento delle prime linee. Successivamente alla disfatta di Caporetto, fu però abbandonato e lentamente cadde nell’oblio, fino a quando il Comune di Ivano Fracena decise di provvedere al recupero di questo importante capitolo della sua storia recente.
Un panorama… strategico!
Andando oltre il rifugio, si inoltra nel bosco una strada militare anticipata dal pannello “La montagna racconta”. Improvvisamente, si nota alla nostra destra la prima galleria- osservatorio, la prima costruita (momentaneamente chiusa per restauri, come altre lungo il percorso) con la relativa iscrizione. Poco più avanti, si arriva al belvedere, una spettacolare radura che ci permette di osservare, come già i soldati italiani, tutta la conca di Borgo Valsugana e le montagne circostanti. Una provvidenziale tabella ci aiuta a dare un nome a tutte le cime che si stagliano di fronte a noi; dietro di noi, delle panchine per ammirare il panorama più comodamente sono piazzate nei pressi della batteria antiaerea.
Alla scoperta delle fortificazioni
Proseguendo il nostro giro verso il basso, possiamo notare moltissime altre gallerie e postazioni di avvistamento. Quasi tutte sono “etichettate” dalle tabelle che ne indicano l’utilizzo e i gruppi di soldati di riferimento. Sembra una città scavata da un popolo sotterraneo, ed invece erano poveri soldati che qui hanno dovuto resistere per anni cercando di ripararsi come potevano dalle intemperie…



Il giro si conclude risalendo verso il rifugio. Questo però non è l’unico gioiello del monte Lefre, perché alla sua base si nasconde niente meno che un arco naturale nella roccia: quasi un ponte, si direbbe. Ma questa è un’altra storia… e la racconteremo un’altra volta.
Partenza: parcheggio Rifugio Lefre
Segnavia sentieri: sentiero SAT E330, poi sentiero con indicazioni per rifugio Lefre
Lunghezza: circa 2 km
Tempo di percorrenza: ca. 1 ora (in totale)
Altitudine: tra 1300 e 1250 m s.l.m.
Famiglie: 👶👶(no passeggini)
Pet friendly: 🐶🐶🐶
Stagione ideale: 🌸☀️🍂