Le Dolomiti di Brenta sono uno dei nove gruppi dolomitici riconosciuti Patrimonio dell’Umanità UNESCO; sono l’unico gruppo nella destra orografica del fiume Adige. Si trovano nella parte occidentale della provincia di Trento ed emergono come una bellissima isola di roccia bianca nel mare verde delle lussureggianti valli del Trentino. Da sempre incuriosiscono escursionisti ed alpinisti da tutto il mondo e sono innumerevoli i sentieri, le vie ferrate e le ascensioni che le innervano come una ragnatela.
Uno dei luoghi più belli e conosciuti delle Dolomiti di Brenta è il Rifugio Tuckett. Sono diversi, per bellezza e difficoltà, i sentieri per raggiungerlo. Una splendida giornata autunnale ci ha suggerito uno dei percorsi meno conosciuti, alla ricerca di nuovi scorci ed emozioni. Seguiteci alla scoperta della Ferrata Benini.
Ferrata Benini e sentiero attrezzato Dallagiacoma

Dalla stazione a monte della seggiovia che parte dal passo Campo Carlo Magno si sale per un sentiero, prima su pendio e poi tra roccette, fino all’attacco della ferrata. Alla nostra destra abbiamo Cima Grostè, di fronte si apre il bellissimo percorso per raggiungere Rifugio Tuckett, dal lato est della montagna. Il panorama mozzafiato ci avvolge completamente. Il sentiero si snoda tra pinnacoli, cengie e canalini. Per gli amanti di questo tipo di percorsi attrezzati il livello non appare eccessivamente impegnativo. Rimane comunque estremamente consigliato l’equipaggiamento di caschetto ed imbrago per percorrere in sicurezza la via ferrata. Adenalinica la parte centrale di disarrampicata (discesa attrezzata con cordino metallico), per superare un dislivello di un centinaio di metri.

Il percorso prosegue aggirnado spigoli e allungandosi su cengie fino all’improvvisa vista spettacolare sul ghiacciaio di Cima Brenta. Siamo ormai verso la parte finale della nostra escursione. Prendiamo sulla destra il sentiero attrezzato Dallagiacoma ed, in circa un’ora di discesa, siamo al cospetto dei rifugi Tuckett e Sella, dove potersi godere della vista incantevole dell’omonima bocca di Tuckett. Siamo nel cuore del Brenta.
Si precisa che il racconto non ha il carattere esaustivo delle ben più dettagliate relazioni tecniche (che consigliamo sempre prima di avventurarsi su qualsiasi sentiero di montagna). Si prefigge, invece, di suggerire spunti per scoprire meglio questa splendida parte delle Dolomiti.
Per il rientro scendiamo verso il Rifugio Casinei e poi verso il Rifugio Vallesinella. Di lì il piacevole sentiero dell’orso conduce, attraverso continui saliscendi all’interno di una faggeta, verso Madonna di Campiglio, da cui si deve poi proseguire rialzandosi nuovamente verso il passo Campo Carlo Magno. L’alternativa più comoda e diretta rimane comunque il percorso di rientro dal Rifugio Tuckett alla stazione a monte della funivia al Grostè presa ad inizio giornata (sentiero CAI 316, 1 ora e 30 dal Rifugio Tuckett). A quel punto si riprende la funivia, superando più facilmente il dislivello in discesa ed arrivando direttamente al punto di partenza dell’escursione.
In breve come arrivare e info importanti
Parcheggio: 🅿️ presso i fortini di Passo Campo Carlo Magno (guarda su maps)
Segnavia sentieri: SAT 305 (ferrata Benini e sentiero Dallagiacoma) – 303 – 317 – sentiero dell’orso
Lunghezza: circa 20 km (tempo di percorrenza circa 7-8 ore)
Altitudine: da Passo del Grostè (2.442 metri s.l.m.), Rifugio Tuckett (2.272 metri s.l.m.), Rifugio Casinei (1.826 metri s.l.m.), Rifugio Vallesinella (1.513 metri s.l.m.)
Famiglie: 👶
Pet friendly: 🐶
Stagione ideale:🌸☀️🍂
📍 CLICCA QUI per impostare Maps ed arrivare direttamente al punto di partenza







