Se passate dalla meravigliosa Val di Gresta, dovete sapere che il fronte della prima Guerra Mondiale passò anche da queste parti e lasciò tracce di dolore e distruzione in questi luoghi, dove un tempo passava il confine tra il Regno d’Italia e l’Impero Austro-Ungarico. Salendo dalla vallata dell’Alto Garda verso Mori, a destra e a sinistra della vallata si trovano gallerie, fortilizi e chilometri di trincee oramai dispersi in mezzo al bosco.
Oggi la nostra curiosità ci ha spinto a visitare una fortificazione austriaca conservata in modo ammirevole da un gruppo di attivissimi alpini volontari: stiamo parlando delle fortificazioni del Nagià-Grom. Andiamo a scoprirle!
Come arrivare

Per arrivare al punto di partenza, saliamo da Loppio lungo la strada che porta in Val di gresta, sino all’abitato di Valle San Felice. Dalla chiesa, prendiamo la strada che porta verso i due splendidi borghi di Nomesino e Manzano. Una volta arrivati nei pressi di quest’ultimo, un grande piazzale a destra ci invita a parcheggiare e con uno sguardo scopriamo la freccia che ci guida verso la strada lastricata da cui salivano e scendevano uomini, muli, armi e munizioni. Ma non solo…
La storia del Nagià Grom

Il monte Nagià è uno sperone che si protende verso la valle del Cameras. Da lì si dominano il monte Altissimo di Nago (dove stazionavano gli italiani), l’Alto Garda e Mori con uno scorcio sulla valle dell’Adige. Era chiaramente un luogo strategico per il controllo dei collegamenti tra una valle e l’altra. La sua fortificazione fu iniziata nel 1915 quando ancora l’Italia non era entrata in guerra, e proseguì per tutta la durata del conflitto.
Tecnologie all’avanguardia
Appena arrivati in cima alla rampa, veniamo accolti da una retrovia particolare. Qui c’è un grosso bacino per l’acqua e alcune grandi grotte scavate nella pietra, che le guide indicano come ripari per artiglieria e munizioni. Un interessante particolare, poco comune, è la presenza di una controparete in cemento per difendere i depositi dalle bombe che potevano cadere nei paraggi. Si possono riconoscere anche dei basamenti in cemento, dove venivano collocati i generatori di corrente elettrica.
Panorami splendidi e memorie indelebili
La trincea prosegue poi verso sud-ovest e gira ad anello tutto attorno alla sommità del monte, portandosi subito nei pressi di una triste croce in ferro che ricorda la morte di tre ragazzini di Manzano per l’esplosione di residuati bellici. Le trincee sono sorprendentemente ben conservate. A coronare la nostra esplorazione ci sono diversi punti salienti molto caratteristici. Primo fra tutti, le fuciliere con viste spettacolari su Riva del Garda e Nago Torbole da un lato, e su Mori e Rovereto dall’altro. Ci sono punti di mitragliatrice, anche su più livelli, e una cannoniera. Ma non solo! Nascoste alle postazioni italiane, le cucine da campo sono conservate in modo incredibile, e si può intuirne perfettamente il funzionamento.



Oltre il Nagià Grom
Questo contrafforte nella zona di Mori è la continuazione ideale del fronte austriaco che si snoda lungo tutto il Trentino. Non lontano infatti si trovano le postazioni del monte Creino sopra Ronzo Chienis e dell’anello Stutzpunkt-Predabusa, solo per citare i più vicini, ma anche del Brione e del monte Rocchetta. Ma questa è un’altra storia… e la racconteremo un’altra volta.
Partenza: parcheggio Manzano
Segnavia sentieri: cartello in legno, poi seguire le trincee
Lunghezza: circa 2 km
Tempo di percorrenza: ca. 1 ore (andata
Altitudine: 750mslm – 786mslm
Famiglie: 👶👶 ( no passeggini)
Pet friendly: 🐶🐶🐶
Stagione ideale:❄️🌸🍂☀️