Sveglia all’alba per arrivare presto al parcheggio di Pian dei Casoni (guarda su maps). Apriamo gli scuri pronti ad abbracciare i primi raggi di sole di una bellissima giornata ma, ahimè, le aspettative vengono disattese da nuvoloni minacciosi. La giornata è uggiosa e preambolo di un’escursione meno Dolo-Mitica del solito, ma decidiamo di partire ugualmente, speranzosi di improvvisi miglioramenti atmosferici che, in montagna, possono succedere.
La meta di una domenica mattina di inizio luglio è uno dei luoghi dolomitici più pittoreschi dell’intero arco alpino. Parliamo di una delle valli che, all’improvviso e senza spiegazioni, si apre ad anfiteatro naturale che fa da scenografia alla cattedrale di pietra delle Pale di San Martino. Benvenuti in Val Venegia, luogo dove far respirare il cuore e dove far esultare l’anima.
Val Venegia, escalation di emozioni davanti alle Pale di San Martino

Lasciata l’automobile a Pian dei Casoni, ci addentriamo nel bosco lussureggiante che ci conduce a Malga Venegia, prima tappa di giornata. Venti minuti di passeggiata per sbucare dal fitto del sentiero in una nuova scenografia di luce e colori. Siamo nel cuore della Val Venegia e si parano innanzi, come d’incanto, le maestose Pale di San Martino.
Conoscete l’origine del loro nome? Le Pale di San Martino sono il gruppo montuoso più esteso delle Dolomiti. Il termine “pala” deriva dal nome che veniva utilizzato localmente per indicare rive e pendii erbosi situati alla base della catena. Per estensione andò poi a definire l’intero gruppo montuoso. I primi alpinisti, in maggioranza britannici, dopo aver compiuto le prime escursioni e aperto alcune vie, nelle loro memorie, indicarono originariamente il complesso montuoso con i termini di Dolomiti di Primiero o Gruppo delle Pale.

Prati verdeggianti, animaletti dispettosi che curiosano lungo la forestale, il rumoreggiare dell’acqua del torrente sono gli ingredienti che rendono questa valle la copia più bella del paradiso. L’emozione che ci accompagna è difficilmente descrivibile a parole. E’ un fatto che rimanga impressa nella memoria degli occhi, per sempre. Le cime delle pale sono lì immobili nello scorrere del tempo e, anche tornando tutti gli anni, la sensazione di stupore di fronte a questa grandezza è incredibile. Senza nemmeno accorgersi si giunge alla Venegiota (1824 metri s.l.m.), da sempre malga per l’alpeggio estivo degli animali del paese e, negli ultimi decenni, punto obbligato dove assaporare la cucina tradizionale trentina.








Dal grande anfiteatro naturale alla Baita Segantini

Decidiamo di avvicinarci di più alla cattedrale di roccia dolomitica e seguiamo le indicazioni per Baita Segantini. E’ d’obbligo tenere il naso all’insù per non perdersi nemmeno un frammento di questa natura così bella. Anche l’orizzonte più basso ha del meraviglioso. Poco sopra la Venegiota si distende un altopiano verde, Campigol della Vezzana, dove pascolano e ruminano un centinaio di vacche, per nulla intimorite dal passaggio frequente di escursionisti alla volta della sella di Baita Segantini. Se le forze cominciano ad abbandonarci questo è il luogo perfetto per riposarsi o per consumare il pranzo al sacco. Noi consigliamo di proseguire perchè la giornata delle meraviglie dolomitiche non è ancora terminata. La Pale di san Martino scivolano lentamente sulla nostra sinistra ed una serie di tornanti ci accompagnano nella parte più faticosa del percorso. Baita Segantini rappresenta il balcone panoramico per godere dall’alto e nella loro interezzala Val Venegia e le Pale di San Martino.
La domanda di ricerca del paradiso in terra ha una risposta a portata di tutti: si chiama Val Venegia!
In breve come arrivare e info importanti
Parcheggio: 🅿️ presso Pian dei Casoni 1680 metri s.l.m. (guarda su maps)
Segnavia sentieri: comoda forestale e SAT E710A
Lunghezza: circa 18 km per l’anello completo (tempo di percorrenza circa 4 ore e mezza andata e ritorno)
Altitudine: da Pian dei Casoni (1680 metri s.l.m.) a Baita Segantini (2200 metri s.l.m.)
Famiglie: 👶
Pet friendly: 🐶🐶
Stagione ideale:🌸☀️🍂
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